Cosa vedere a Bruges e Gand: i due gioielli del Belgio

Scrivere semplicemente cosa vedere a Bruges e Gand non renderebbe giustizia a queste due graziose cittadine. Vanno girate godendo di ogni scorcio, ogni angolo, ogni canale.
In ogni caso, proverò a raccontarvi quello che la mia esperienza nel visitarle mi ha regalato.

Come già accennato nell’articolo su Bruxelles, la scoperta di questo Paese si è rivelata una sorpresa. Fu una scelta fatta senza troppe aspettative, che mi ha permesso di conoscere posti che mi son rimasti nel cuore. Beh, se Bruxelles fu una scoperta, ciò che più mi ha colpito di quel weekend in Belgio, son state proprio Gand e Bruges. Due cittadine ricche di vera e propria magia.

Son stata in Belgio nel mese di febbraio, in pieno inverno. Ma immagino che ogni stagione abbia il suo fascino per visitarle.

Arrivare a Gand e Bruges, partendo dalla capitale belga, è semplice. Da Bruxelles parte un treno che è collegato benissimo alle due città. In un weekend lungo, soprattutto se si è già vista la capitale, è possibile visitare entrambe. Bruxelles e Bruges sono distanti tra loro circa un’oretta di treno. Gand è a circa metà strada tra le due.

Se invece desiderate fare un’escursione di un giorno partendo da Bruxelles e andando a Gand e Bruges con un tour organizzato, è possibile prenotare a questo link: ESCURSIONE DI UN GIORNO A GAND E BRUGES.

BRUGE: I SUOI CANALI E LA SUA STORIA

Quando penso a Bruges, la prima cosa che mi ritorna in mente sono i suoi canali, quell’atmosfera grigia che si sposava alla perfezione con l’ambiente circostante, le casette color mattone, quel ritmo lento e silenziosa che sembrava catapuntarti in una fiaba. Il tempo dava l’impressione di esser totalmente fermo o di scorrere ad un ritmo tutto suo.

Ho visitato più di una città attraversata dai canali, ma Bruges ha una magia differente. Forse per i suoi colori, per il grigiore e la nebbiolina, per la forma e il colore delle case, per la serenità che vi si respira… non so spiegarlo. Se ci ripenso sento ancora la sensazione speciale che mi ha trasmesso. Riesco a riviverla attraverso ricordi senza difficoltà, come se fosse passato un solo giorno.

Bruges

L’ho girata con calma perché è una piccola cittadina, eppure è uno di quei posti in cui ritornerei ancora. Per riprovare la sua atmosfera e scattare altre foto, ad ogni angolo, ogni scorcio. Mi piacerebbe godermi la lettura di un libro seduta sull’erba, davanti a un canale. Lasciarmi cullare da quel senso di malinconia che la circonda e la rende speciale.

L’albergo in cui ho alloggiato aveva la finestra proprio davanti a un canale, appena sopra il livello dell’acqua. Purtroppo non ricordo il nome dell’albergo, ma ce n’erano vari su questo stile.

Il risveglio è stato una meraviglia. Delle oche nuotavano proprio davanti alla finestra, l’acqua del canale era calmissima, poco più in là si scorgeva un ponticello con dei ciclisti che lo attraversavano lentamente. Sembrava un quadro d’autore.

Il mio pensiero di quel mattino fu: «Mi sono svegliata in una fiaba».

Bruges

Bruges non è solo canali e romanticismo, ma anche storia. Forse è proprio l’unione queste cose che l’ha resa ai miei occhi così affascinante. La Piazza del Mercato è un gioiellino. Osservandola con un po’ di immaginazione, si può tornare indietro nel tempo e rivederla pullulante di vita: piena di mercanti e gente pronta a comprare e vendere.

Oggi è piena di turisti, ma io son riuscita a immaginarla come poteva essere al tempo.

Unico rimpianto è non essere riuscita a visitare il Museo che si trova proprio in quella piazza. L’ho notato quando ormai mi toccava andar via. Un motivo in più per tornare a Bruges.

Potete comprare il biglietto direttamente online sul sito.

Quella della foto che vi mostro di seguito, era una stradina che portava proprio alla Piazza del Mercato, dove c’è il museo di cui vi parlavo.

Verso la piazza di Bruges

Un solo appunto: se volete cenare, entrate in un ristorante non più tardi delle 20.00. Almeno a Febbraio, provare a cenare alle 21.00 fu un’impresa. Cucine già tutte chiuse! Non me lo aspettavo, essendo Bruges una cittadina piena di turisti, ma non ci fu modo di riuscire a mangiare. Ci dovemmo accontentare di un Fast food purtroppo.

Bruges si presta perfettamente alle foto. Era impossibile tenere a bada la voglia di fotografare ogni angolino, ogni scorcio… è una meraviglia per gli occhi!

Per maggiori informazioni, questo sito può esservi molto utile se parlate un po’ di inglese: BRUGES TOURISM.

GAND: UN GIOIELLINO TUTTO DA FOTOGRAFARE

Gand è meno conosciuta di Bruges, ma è altrettanto un gioiellino. In più è meno affollata di turisti. A Gand, con la macchina fotografica tra le mani, mi sono sentita una bambina al luna park. Non sapevo dove guardare e cosa fotografare. Un’altra cittadina piena di incanto che mi ha riempito gli occhi di meraviglia.

Non mi aspettavo che Gand fosse così bella, quindi non ho calcolato bene i tempi. Se riesco a tornarci, desidero visitare il Castello dei conti di Fiandra, che ho trovato chiuso all’arrivo in città.
Dall’esterno già merita!

Gand è stata una tappa improvvisata tra Bruxelles e Bruges, quindi ci ho passato solo un pomeriggio. Il castello a quell’ora si poteva guardare solo dall’esterno. Se avessi saputo che era così bella, avrei provato ad anticipare un po’ i tempi. Ma, in fondo, in un week end lungo, era difficile far di più. Un altro ottimo motivo per tornare in Belgio!

Castello di Gand

Anche a Gand c’erano dei canali, ma la cittadina è diversa da Bruges. Tutto è concentrato nel centro ma, è così piena di cose belle, che io camminavo a naso in su senza sapere dove guardare! Forse proprio perché non me l’aspettavo, mi ha sorpresa ancora di più.

Le due cittadine sono dei gioiellini, ricchi di storia e di magia, ma le sensazioni che mi hanno trasmesso sono differenti. Di certo entrambe sono entrate a pieno titolo nei miei posti del cuore.

Centro di Gand

Un’ultima cosa: se vi piacciono i libri storici in stile «La Cattedrale del Mare» o «I Pilastri della terra» e volete immergervi nell’atmosfera del Belgio dei tempi dei mercanti, vi consiglio un libro intitolato «Il maestro della luce«.

Leggerlo a distanza di alcuni mesi dal ritorno dal Belgio, mi ha fatto rivivere quei posti, catapultandomi nell’atmosfera del tempo e regalando ai miei ricordi di quel viaggio qualcosa di ancora più speciale.

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