Cosa c’è da vedere a Bruxelles
Il weekend lungo di 3 giorni in Belgio è stata una scelta low-cost, dettata dalla necessità di viaggiare contenendo i costi. Si è rivelata però una sorpresa, superando ogni aspettativa.
Cercavo la meta più economica per trascorrere un weekend lungo in un paese non ancora visitato, senza spendere tanto. Il resto lo ha fatto skyscanner, che – come meta più economica per le date che avevo disponibili – suggeriva Bruxelles (40 euro andata e ritorno).
La meta al principio è stata scelta perché era la meno cara. Per quanto volessi comunque vedere prima o poi il Belgio, non era in cima alla mia wish list. Partire per Bruxelles senza aspettative però, a conti fatti, è stato un bene, perché si è rivelata una vera e propria scoperta!
Più che farvi un semplice elenco di cosa vedere, vi racconterò alcune delle ragioni per cui Bruxelles e il Belgio, mi hanno sorpresa e perché sono tornata super entusiasta dal week-end belga.
1 – Non è vero che non c’è niente da vedere
Una delle idee con cui ero partita alla volta di Bruxelles è che non ci fosse molto da vedere (ragione per cui mi sono organizzata per fare tappa anche a Gand e Bruges). Niente di più falso. Alla fine mi son resa conto che, anche 3 giorni interi a Bruxelles, ci avrebbero comunque tenuti impegnati pienamente.
La capitale belga è ricca di musei interessanti e particolari, come quello di Scienze naturali (dove c’è una bellissima sezione dedicata solo alle tantissime specie di dinosauri), il museo dei fumetti, il Museo impressionista di Magritte, il museo del cioccolato. È sì, il Belgio è la patria del cioccolato e delle praline.
Questa è la pagina web del Museo di scienze naturali: https://www.naturalsciences.be/en/museum/home
Qui invece trovate il sito del Museo di Magritte: https://musee-magritte-museum.be/en
Non sono minimamente pentita di aver tolto del tempo a Bruxelles per vedere Bruges e Gand perché sono due posti che mi sono rimasti davvero nel cuore, ma confermo che a Bruxelles, anche trascorrendoci tre giorni pieni, non ci saremmo annoiati. Ovviamente dipende anche dai gusti. Io avevo abbastanza pane per i miei denti.
Un’altra cosa che avrei fatto con piacere, se avessi avuto più tempo, è una caccia al tesoro per scovare tutti i murales della città. Essendo Bruxelles anche la patria del fumetto, in giro per la città ce ne sono tantissimi.
Se passate all’ufficio del turismo e chiedete informazioni a riguardo, vi danno una mappa in cui sono indicati tutti i punti in cui potete trovarli. Io son riuscita a vederne giusto qualcuno perché me lo son trovato davanti passeggiando per il centro. Seguendo le indicazioni però, si potrebbe passare piacevolmente il tempo a scovarli. Quasi sempre sono dietro ai palazzi, quindi, senza sapere dove sono, ci si potrebbe passarci a pochi passi e non vederli. Conviene andar muniti di mappa se si vuol trovarli tutti.
Insomma, la caccia ai murales è una cosa simpatica da fare a Bruxelles. Se poi girate con dei bambini al seguito, potrebbe essere una simpatica attività da fare insieme nella capitale Belga.
2 – La gentilezza delle persone
Un’altra cosa che mi ha sorpreso di Bruxelles è stata l’estrema gentilezza e disponibilità delle persone del posto. Ho sempre associato mentalmente ai paesi freddi un modo di fare un po’ più distaccato e freddo. In Belgio ho avuto l’ennesima dimostrazione di quanto i luoghi comuni spesso siano ingannevoli.
In soli tre giorni ci hanno fermato per ben 4 o 5 volte per chiedere se avevamo bisogno di aiuto in qualcosa. Si avvicinavano per chiedere «Can I help you?». Dopo la terza/quarta volta che ci è capitato ci siamo chiesti increduli: «Ma davvero ci ha quasi rincorsi per aiutarci?». Che bello essere sorpresi così. Si avvicinavano senza che chiedessimo aiuto, con una disponibilità che mi ha lasciata a bocca aperta.
Insomma, dopo l’esperienza a Praga e Budapest, dove effettivamente abbiamo trovato un atteggiamento totalmente opposto, in Belgio mi hanno sorpresa per gentilezza e simpatia.
Tra l’altro, il venditore di caramelle buonissime che ho assaggiato a Gand, mi ha fatto ridere un sacco. Ha cominciato a elencare tutte le ragioni per cui dovevo assolutamente provarle! Le ho comprate più perché mi ha ispirato simpatia quell’uomo, che per per la reale curiosità provare quelle caramelle. Ancora una sorpresa: erano buonissime!
Le caramelle si chiamavano cuberdon e sono caramelle ripiene a forma di piramide, tipiche della cittadina belga di Gand.
Le ho viste di tutti i colori, a seconda del sapore di frutta. Le vendevano anche in piccole bustine miste, per dar la possibilità di provare tutti i sapori. Ne ho assaggiata solo una per curiosità e l’ho trovata buonissima, anche se estremamente dolce.
L’esterno è duro e zuccheroso mentre l’interno, a base di sciroppo, è gommoso, o appunto, «sciropposo». Ciò che rende queste caramelle particolari è il fatto che abbiano il cuore morbido.
3 – Anche a Bruxelles c’è un interessantissimo free tour in italiano
Amo organizzare i miei viaggi fai da te, comprare una guida, crearmi degli itinerari e scoprire ogni nuovo posto al mio ritmo. Però, dopo aver provato per curiosità i dei free tour a Praga e quello di Budapest, sono diventata una vera fan di questi tour, organizzati da italiani che vivono sul posto.
In un paio d’ore ti portano alla scoperta della città, spiegandoti un po’ di storia, raccontandoti aneddoti e facendoti notare cose a cui probabilmente non avresti fatto caso da solo.
La sorpresa è stata che non pensavo che anche a Bruxelles ci fosse la possibilità dei free tour in italiano. Sempre per quell’idea sbagliata che avevo che a Bruxelles non ci fosse molto da vedere. Mi sbagliavo! Quando siamo passati davanti alla Cattedrale, abbiamo subito riconosciuto lo stile e ci siamo avvicinati per chiedere informazioni.
Ci è stato detto che avremmo trovato il prossimo tour la mattina dopo nella piazza principale (la famosa Grand-Place), intorno alle 10.30/10.45. La mattina dopo ci siamo presentati in piazza per il tour e non ce ne siamo pentiti: è stato molto interessante. Abbiamo gironzolato per un paio d’ore col gruppo e poi siamo partiti alla volta di Gand, dopo pranzo.
A proposito di Gand o Gent, se desiderate fare un’escursione di un giorno fuori da Bruxelles con un tour organizzato, è possibile prenotare per GAND o BRUGE a questo link: ESCURSIONE DI UN GIORNO A GAND E BRUGES.
In alternativa, se preferite andarci in autonomia, potete raggiungerle entrambe in treno. Trovate più informazioni nell’articolo su Gand e Bruges.
Anche la Cattedrale l’ho trovata davvero molto bella comunque!
4 – La versione femminile del manneken pis
Un’altra sorpresa è stata scoprire che esiste una versione femminile del manneken pis (anche una versione animale in realtà, ma quella non siam riusciti a vederla). Già l’idea in sé che il simbolo di una città fosse una statuina di un bambino che fa la pipì mi faceva abbastanza sorridere. La scoperta che ne avessero creata anche una versione femminile è stata davvero una sorpresa! L’avevo letto prima di andare, ma vederla mi ha fatto sorridere davvero.
Non mi ha sorpreso la grandezza della statua del Manneken pis solo perché ci ero andata preparata. Avevo letto su alcuni blog che è molto piccola, quindi mi aspettavo effettivamente che fosse inferiore alle aspettative. La statua simbolo della città effettivamente è davvero molto piccola!
Mi è dispiaciuto solo non poterla vedere «vestita». Ci hanno spiegato che solitamente, per qualunque evento o ricorrenza, qualcuno regala un vestito nuovo e lo fanno indossare alla statuina letteralmente. C’è perfino un museo che conserva tutti gli abiti che negli anni sono stati regalati a questa statua (sembra siano circa 800). Questa è un’altra cosa che avrei fatto se avessi avuto più tempo per stare a Bruxelles. Ribadisco, non ci saremmo annoiati! È un posto ricco di curiosità e musei fuori dal comune.
Eccolo qui, in tutta la sua «grandezza«! Molte delle rappresentazioni che se ne fanno, sono più grandi dell’originale! Persino i souvenir a volte superano il Manneken pis originale.
CURIOSITÀ: La leggenda racconta che, durante una guerra, un bambino abbia fatto la pipì sulla miccia di una bomba spegnendola e salvando così tutta la città. Da allora è diventato il simbolo di Bruxelles.
Ho trovato questa leggenda simpatica almeno quanto gli abitanti del Paese.
Esiste anche la versione femminile del Munneken Pis anche se è meno conosciuta. Sembra sia stata costruita per portare i turisti in un vicoletto ai tempi poco conosciuto e migliorare quindi l’economia dei ristoranti della zona.
La fantasia e l’ironia sono altre cose che non mancano a questo Paese.
6 Comentarios
lillyslifestyle
Se tutto va bene ci fado tra un paio di settimane 😉 Preziosi consigli, grazie, ho preso nota.
Buona giornata!
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Neda
Ci sono stata nel lontano 1979. D’inverno, otto giorni. Ho un ricordo di un caffè molto particolare «Le Roi» nella Grande Place. Chissà se c’è ancora.
Se puoi sognarlo, puoi farlo
Mi spiace non poterti confermare se c’è… 😞 non ci ho fatto caso! Quella piazza è una meraviglia comunque. In qualunque direzione guardassi era stupenda. 😊
Neda
Ricordo quel caffè, del quale ho una foto che mi fece un amico all’interno, non solo perché aveva dei prezzi proibitivi, ma, soprattutto, perché c’era un cavallo impagliato vicino alla scala interna e il lampadario era formato dal cesto di una damigiana circondata da vesciche di maiale seccate rigonfie d’aria. Era considerato un caffè esclusivo e molto alla moda. A me, sinceramente, non piacque molto.
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