Cordova non è solo la Mezquita.

Una delle sorprese del mio viaggio in Andalucia è stata Cordova. Non perché sia una città che a primo impatto attiri particolarmente l’attenzione, anzi. All’apparenza è una città un po’ provinciale, molto legata alle tradizioni, una sorta di Paese un po’ più grande.

Forse però proprio per questo mi ha sorpresa, perché – dopo una prima occhiata – mi ero fatta l’idea di una cittadina carina ma da cui non aspettarsi granché, a parte la Mezquita ovviamente. Invece è stata una sorpresa progressiva, perché i suoi tesori son un po’ più nascosti.

Usciti dalla Moschea/Cattedrale e, dopo aver mangiato delle tapas davvero davvero deliziose in un posticino lì a due passi, abbiamo preso di nuovo in mano la mappa, con la chiara idea di dirigerci verso l’Alcazar de los Reyes cristianos. Non sapevo cosa aspettarmi, ma ero molto curiosa, soprattutto perché l’Alcazar di Siviglia mi aveva molto impressionata.

Alcazar de los Reyes cristianos a Cordova

Abbiamo costeggiato la Mesquita e dopo pochi minuti ci siamo ritrovati davanti ad una grossa porta di pietra. Abbiamo cercato sulla mappa incuriositi ed abbiamo capito che si trattava della Puerta del Puente.

Puerta del puente a Cordova

In effetti oltrepassandola ci siamo trovati davanti ad un lungo ponte di pietra: il Ponte romano sul fiume Guadalquivir.

Ponte romano sul fiume Guadalquivir a Cordova

Per raggiungere l’Alcazar non era necessario attraversare il fiume ma ho voluto farlo lo stesso, solo per il gusto di godermi il paesaggio da diverse prospettive ed approfittarne per scattare delle foto! Vi ho ritrovato un’atmosfera che sembrava senza tempo.

Nell’attraversare il ponte di pietra e osservare il fiume e i resti di un mulino ormai malandato, si aveva l’impressione che tutto si fosse fermato ad un bel po’ di anni fa, forse secoli addirittura. Una sensazione stranissima, che però mi è piaciuta un sacco.

Ponte romano sul fiume Guadalquivir a Cordova

Venivamo da un bel po’ di giorni già pienissimi ed iniziavamo ad accusare un pochino di stanchezza, motivo per cui abbiamo deciso di abbandonare il ponte e proseguire verso la prossima meta:  l’Alcazar. Abbiamo riattraversato il ponte per tornare indietro e ci siamo trovati il Palazzo a poca distanza. Tutto è abbastanza vicino a Cordova in verità.

Anche qui ci è toccata un po’ di fila, ma niente di eccessivo. Dopo poco più di un quarto d’ora eravamo dentro. L’interno non mi ha impressionato particolarmente, forse perché dopo aver visto quello di Siviglia, decisamente questo non ha retto il confronto, ma i giardini… una vera meraviglia! Credo trai più belli che io abbia visto in tutto il viaggio, insieme a quelli dell’Alhambra di Granada!

Purtroppo abbiamo beccato a Cordova l’unica giornata nuvolosa di tutti e dieci giorni ma, nonostante il tempo cupo, i giardini rendevano alla meraviglia lo stesso… non oso immaginare in una giornata di sole.

Cordova – Giardini dell’Alcazar

Vasche circondate da fiori multicolori, aiuole… una vera delizia per gli occhi! Mi sono divertita a fare un bel po’ di foto.e davvero rimpiango solo il fatto che non vi fosse il sole: tutti quei colori e giochi d’acqua avrebbero reso dieci volte di più. Ma già così, mi hanno conquistata decisamente. E, dato che il resto dei dieci giorni il tempo è stato perfetto, lamentarmi sarebbe davvero superfluo.

Curiosità:
Sembra che in questi giardini sia avvenuto anche uno degli storici incontri tra i re Cattolici Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia con Cristoforo Colombo, tanto che vi sono delle statue tra le siepi che ricordano l'»evento».

Giardini dell’Alcazar di Cordova

Ci dirigiamo verso la successiva meta: le Rovine di Al-Azahara.

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